venerdì 21 febbraio 2014

Salvatore Brosal: gli Italiani sono fatti, ma l'Italia ancora non esiste

«L’Italia è fatta, restano a fare gli italiani». Ecco la frase più falsa della storia pronunciata da Massimo D'Azeglio nel 1861. Adesso possiamo affermare con certezza che l'Unità d'Italia è stata voluta e sostenuta dalla massoneria talmudica-sionista-rothschildiana proprio contro gli Italiani. Gli Italiani esistono da sempre, quello che gli Italiani dovrebbero adesso fare è costruire l'Italia, quell'Italia degli Italiani, che ancora non esiste. Massimo D'Azeglio pronunciando quella frase ha affermato una grande “non verità”. Questo è uno Stato, spacciato per "Italiano", ma in verità solo ed assolutamente rothschildiano, senza onore e senza dignità, ma soprattutto senza nessuna autonomia e sovranità, imposto con le armi e con i brogli elettorali, dai vincitori rothschildiani del "risorgimento" ebraico massonico del 1861.
Ecco il nostro nemico: I Rothschild. Da 300 anni questa famiglia semina morte e dal 1861 ci tiene schiavi. Ieri i Savoia con l'unità d'Italia, e la mente che ideò questo complotto fu quella di un Rothschild. Oggi con la B.C.E. (Banca Centrale Europea) e con l'unità monetaria, una macchinosa truffa meglio nota come signoraggio bancario, e a tramare contro il nostro popolo e a cospirare contro la nostra costituzione, c'è ancora un Rothschild. L'incantesimo è finito: questa famiglia va fermata, questa bestia va fermata, i suoi servi vanno fermati o loro fermeranno te!!!  Errare è umano, perseverare è diabolico!!!
Salvatore Brosal e Mariano Ferro, i fratelli del Sud, durante una conferenza stampa. Mariano Ferro, imprenditore siciliano è il leader del movimento dei Forconi

Con l'unità d'Italia del 1861 Mafia, Camorra e 'Ndrangheta, che prima non esistevano, vengono create e faranno parte del burocratico e caotico apparato statale del nuovo Stato unitario. Queste organizzazioni criminali, volute da Rothschild, che unì l'Italia per dividere gli Italiani, sono presenti in tutte le nostre istituzioni. Rothschild, questa mente criminale, ci impose come re un ladro, un assassino ed un usurpatore di nome Vittorio Emanuele II, che non parlava l'italiano. Come bandiera ci fu imposto il tricolore, che ben da 153 anni gronda sangue innocente. Se questa è l'Italia...

Dalla storica interpellanza parlamentare del 4 marzo 1991 di Angelo Manna: 
L'ufficio storico dello stato maggiore dell'esercito italiano è l'armadio nel quale la setta tricolore conserva e protegge i suoi risorgimentali scheletri infami; conserva e protegge le prove delle sue gloriosità sempre abiette; conserva e protegge le prove che nel 1860 l'esercito italiano calò a tradimento nel Regno di Napoli e si comportò, secondo il naturale dei suoi bersaglieri e carabinieri, da orda barbarica; conserva e protegge le prove che Vittorio Emanuele II di Savoia, ladro, usurpatore ed assassino - e perciò galantuomo - nonché il suo protobeccaio Benso Camillo, porco di Stato - e perciò statista sommo - ordinarono ai propri sadici macellai di mettere a ferro e a fuoco l'invaso reame libero, indipendente e sovrano e di annetterlo al Piemonte, grazie ad un plebiscito che fu una truffa schifosa, combinata da garibaldesi, soldataglia allobrogica e camorra napoletana. (...)
L'ufficio storico dell'esercito italiano custodisce e protegge le prove storiche che quella sacra epopea, che fu detta Risorgimento, altro non fu se non una schifosa pagina di rapine e di massacri scritta da un'orda barbarica che, oltre la vita ed i beni, rubò al Sud e portò nell'infrancesato Piemonte finanche il sacro nome d'Italia.

Gli Italiani esistono da sempre, quello che c'è da fare è adesso l'Italia. Una Italia che ancora non esiste perché, dopo più di un secolo e mezzo, è Rothschild, insieme ai suoi burattini, il vero padrone di questo paese. Non facciamo finta di vivere in un paese normale: l'Italia è un paese malato, che può guarire soltanto se si libera dalle catene massoniche rothschildiane e riacquista la sua sovranità monetaria, politica, territoriale e militare. Questa è l'unica cura... non ne esistono altre.   (Brigas - Lucia G.)