sabato 21 marzo 2015

Con l'unità d'Italia iniziano i misteri e le ruberie - la sparizione di Ippolito Nievo e del piroscafo Ercole

Ippolito Nievo (Padova, 30 novembre 1831 – mar Tirreno, 4 marzo 1861?), un Patriota per il Regno Massonico d'Italia, un Criminale per il Regno delle due Sicilie.
Il "Risorgimento d'Italia" è una enorme farsa. L'Italia era una terra, che anche se non unita politicamente, comunque piena di grandissime ricchezze, di grandi capacità economiche produttive, di genialità nell'arte, nella cultura, nelle scienze, etc..
Parlare di "Risorgimento italiano" è quindi non solo sbagliato, ma anche maliziosamente strumentale in moltissimi sensi. L'Italia come territorio geografico ovviamente, non doveva affatto risorgere perché a memoria di storici non era mai caduta, tramontata, sprofondata, etc.
Ma anche politicamente il concetto, avrebbe potuto avere senso solo se ci si fosse rifatti all'unità politica d'Italia imposta dai Romani, l'unica unità politica del passato nella plurimillenaria storia d'Italia. In effetti una componente ideologica e politica del movimento risorgimentale che si rifaceva alla unità d'Italia realizzata dai Romani della antica Repubblica Romana o dai Romani dell'Impero Romano, vi fu, e fu anche fortissima, tanto è vero che proprio a questo filone ideologico si rifà lo stesso inno di Mameli quando afferma in modo distorto e discutibilissimo dell'Italia... "che schiava di Roma Iddio la creò", e che poi culminò nel movimento ideologico politico del Fascismo di Mussolini che appunto si rifaceva proprio al quel filone risorgimentale che si riferiva alla "Unità Antica e Romana d'Italia" repubblicana e/o imperiale.
Anche se in teoria il movimento risorgimentale si fosse rifatto ideologicamente alla "Unità Romana d'Italia", repubblicana o imperiale, come in effetti poi fece il Fascismo di Mussolini che avrebbe avuto, ed ebbe, un senso giusto e fortissimo da essere destinato al fallimento della Seconda Guerra Mondiale. Per il "risorgimento" attuale, c'è qualcosa che proprio non quadra e puzza fortemente di truffa ed imposizione ideologica forzata, e perfino violenta, fortemente strumentale ed ostile allo stesso Popolo Italiano!
Tutti gli uomini che la Storia ci presenta come Patrioti ed Eroi appartengono alla mistificazione della verità.
Il concetto di "Risorgimento d'Italia" assume un suo vero ma ben sinistro significato, però solo se per "Italia" si intende non l'Italia, e per Italiani si intendono esclusivamente i Massoni d'Italia.

Ippolito Nievo,  un patriota per l'"Italia massonica"
unita. Un criminale per il Popolo Duosiciliano 
Per la precisione ecco una storia che dimostra chiaramente che l'unità d'Italia è nata da complotti, falsi eroismi, ed intrighi internazionali. Tutto ruota intorno all'enigma di una nave svanita improvvisamente nel nulla, proprio nei giorni in cui sta per nascere il Regno d'Italia. Questa è anche la Storia di un valente scrittore, Ippolito Nievo, che si era imbarcato volontario e faceva parte della spedizione dei Mille, comandata da quell'avanzo di galera di Giuseppe Garibaldi.
Questa brutta storia inizia lunedì 4 marzo 1861. Nel porto di Palermo sono ormeggiati 11 battelli, 4 a vapore e due di questi sono pronti a salpare. Alle 12,20 il piroscafo Ercole molla gli ormeggi con destinazione Napoli. L'arrivo è previsto per la mattina seguente. Con tre ore di distacco parte il Pompei e sulla stessa rotta anche due tartane sgangherate dai nomi altisonanti: L'Angelo Raffaele e la Madonna del largo e un vascello di guerra inglese. Del piroscafo Ercole si perdono subito le tracce.
Il giorno dopo nel porto di Napoli c'è solo il Pompei, dell'Ercole nessuna traccia. Arrivano anche altre navi sgangherate ma dell'Ercole non si saprà più nulla. L'Ercole era un vapore che faceva la spola fra Palermo e Napoli, ma la cosa strana è che neppure la stampa denuncia la scomparsa. Ippolito Nievo era il contabile di quegli avanzi di galera al seguito di Garibaldi, ed era anche il responsabile di tutto il denaro e dell'oro avuto dalla massoneria inglese per finanziare la spedizione dei Mille, (per corrompere i generali dell'esercito borbonico), e di tutto l'oro depredato dal Banco di Sicilia. Che fine abbia fatto l'oro e che fine abbia fatto Nievo, nessuno lo sa. Del piroscafo Ercole sparirono le tracce per sempre, come anche di Nievo.
Ecco un altro giallo tutto italiano. Un mistero di questa falsa ed ipocrita unità d'Italia. 
(salvatore brosal - duccio mallamaci)

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